27 agosto 2012

Alla vigilia del ritiro delle truppe occidentali sono i taleban a dettare legge: 17 decapitati, ascoltavano musica.

Articolo di Giuliana Sgrena su Globalist

Giuliana Sgrena
lunedì 27 agosto 2012 20:02


Quindici uomini e due donne decapitati a Kajaki nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan, roccaforte dei taleban. I diciassette dipendenti dell'amministrazione locale sarebbero stati assassinati perché stavano ascoltando musica e non rispettavano l'apartheid sessuale, uno dei dogmi dei taleban. Ma anche la musica è vietata: ai tempi dei taleban i guardiani della virtù e della prevenzione del vizio fermavano tutte le macchine e controllavano se c'erano nastri di musica sulla vettura che venivano sequestrati e poi srotolati e lasciati svolazzare sui pali della luce a Kabul. Anche le pellicole dei film erano state distrutte.
Nella stessa provincia di Helmand sono stati uccisi dieci soldati afghani, mentre due soldati Usa sono le vittime di quello scontro che viene definito green-on-blue, dal colore delle divise. Sono infatti sempre più numerosi i casi di "fuoco amico", i soldati afghani addestrati dalle forze occupanti che rivoltano le loro armi contro i loro trainer.
Scene di massacri purtroppo noti in Afghanistan, a sorprendere è il fatto che tutto questo avviene dopo undici anni di intervento militare occidentale e alla vigilia del ritiro delle truppe americane. A che cosa è servito l'intervento? Si pensava che almeno fosse servito a cacciare i taleban dal potere, ma non è così. Gli americani hanno cercato un negoziato con i seguaci di mullah Omar ma il contatto è stato interrotto dai taleban. Perché dovrebbero trattare se hanno la possibilità di tornare al potere senza dover rispettare delle condizioni? E anche se c'è chi ha voluto accreditare la distinzione tra taleban buoni e taleban cattivi, questa divisione non sembra suffragata dagli attacchi quotidiani sul territorio.
La musica continua ad essere vietata, così come la promiscuità e c'è da immaginare che anche le ragazze non potranno più andare a scuola, visti i numerosi casi di avvelenamento nelle scuole frequentate da ragazze. Sembra che non si dovrà attendere la partenza delle truppe occidentali per vedere tornare in vigore la legge dei taleban. 

1 agosto 2012

Intervista a Malalai Joia: IL PARLAMENTO AFGHANO E' UN TEATRO

Dal sito Osservatorio Afghanistan


Malalai Joya è un’attivista afghana, scrittrice e dichiarata oppositrice e critica dei signori della guerra afghani, del governo Karzai e del ruolo che gli Stati Uniti svolgono nel suo paese. Nel 2003 Joya divenne famosa per aver rilasciato pubbliche dichiarazioni, in quanto delegata eletta alla Loya Jirga Costituzionale, contro il dominio dei signori della guerra. Nel settembre del 2005, dopo essere arrivata seconda nella classifica dei candidati più votati nella sua provincia di Farah, divenne membro del parlamento (Wolesi Jirga).
Tuttavia, il 21 maggio del 2007, fu sospesa dalla carica per aver continuamente accusato i signori della guerra e della droga di aver distrutto il paese. Per proteggersi, Joya indossa un burqua. E’ sopravvissuta a sei tentativi di assassinio e si sposta continuamente da una dimora all’altra.
Nel 2010 la rivista Time l’ha elencata fra le 100 persone più influenti al mondo, la rivista Foreign Policy fra i suoi massimi pensatori globali (Top Global Thinkers) e la BBC l’ha definita “la donna più coraggiosa dell’Afghanistan”.
Joya è nata nel 1978. E’ sposata e non ha figli. In una delle case sicure in cui vive a Kabul, è stato possibile intervistarla su temi che riguardano la sicurezza, lo sviluppo parlamentare e i diritti delle donne in Afghanistan.
Domanda: Come ha fatto a entrare in politica in un paese così devastato come l’Afghanistan?
M.Joya: Appartengo ad una famiglia di classe media della provincia di Farah. Per via della poca sicurezza in cui versava il paese, la mia famiglia si trasferì prima in Iran e poi in Pakistan. Vivevamo come rifugiati. A causa di diversi problemi finanziari, studiai a Peshawar fino al 12° grado. Nel 1998 tornammo nella provincia di Herat, nell’Afghanistan meridionale, dove cominciai ad insegnare. In quel periodo fare l’insegnante era molto pericoloso poiché i Talebani vietavano categoricamente la scolarizzazione alle bambine dopo gli 8 anni. Chi non rispettava questa regola era soggetta a punizioni molto severe. Ho ancora ricordi terrificanti di quel periodo dominato dai Talebani. Oltre ad insegnare in una scuola clandestina, ero anche molto attiva nell’ambito sociale e questo mi aiutò ad essere eletta nel 2005 come membro del parlamento per la provincia di Farah.
Domanda: Perché la sua carica di parlamentare è stata sospesa?
M.Joya: Mi sono presentata alle elezioni perché volevo evidenziare le sofferenze degli Afghani e lottare per loro. Chi ha sofferto maggiormente durante la guerra civile e il dominio talebano sono stati i bambini e le donne. Tuttavia, riscontrai subito che il parlamento era un teatro e non un’istituzione democratica. Mi resi conto fin dal primo giorno che si trattava di un luogo di incontro dei peggiori nemici del popolo afghano. La maggioranza dei membri del parlamento sono signori della guerra e della droga e profanatori dei diritti umani. Questo parlamento non ha portato nulla di positivo alla popolazione afghana in tutti questi anni e non farà nulla nemmeno in futuro.
Nel maggio del 2007 la mia carica venne sospesa perché avevo criticato i signori della guerra e della droga che sedevano in parlamento e contribuivano solo alla distruzione del mio paese, uccidendo migliaia di persone innocenti. Sono stata attaccata fisicamente e verbalmente dai membri del parlamento.
Domanda: Com’è cambiato l’Afghanistan dopo la caduta dei Talebani?
M.Joya: La situazione attuale dell’Afghanistan è disastrosa e peggiora in continuazione. Gli USA e i loro alleati hanno occupato l’Afghanistan poco dopo l’11 settembre 2001 col pretesto di portare pace, democrazia e diritti alle donne. Tuttavia, ciò che fecero fu semplicemente sostituire i Talebani con i brutali Mujaheddin, uniti all’Alleanza del Nord, che apparentemente sembravano diversi ma avevano la stessa mentalità talebana. Quando furono al potere, prima del dominio talebano, solo a Kabul uccisero più di 65.000 persone innocenti.
Gli USA hanno distrutto l’Afghanistan per vendicarsi dell’invasione sovietica. Attualmente, l’Afghanistan non è solo un paradiso protetto per i terroristi, ma anche uno stato mafioso ai primi posti nell’elenco dei paesi più instabili e corrotti del mondo. L’Afghanistan produce il 93% dell’oppio mondiale e anche alcuni ministri sono coinvolti in questo sporco affare.
Domanda: Qual è la condizione delle donne afghane oggi?
M.Joya: E’ terribile come lo era una volta. Solo in alcune grandi città le donne e le ragazze hanno accesso al lavoro e all’educazione, ma nella maggior parte delle province la vita delle donne è un inferno. Nelle zone rurali, molte donne non vivono nemmeno come esseri umani. Matrimoni forzati, spose bambine e violenze domestiche sono all’ordine del giorno.
Domanda: Come vede l’Afghanistan dopo il ritiro delle truppe USA e Nato nel 2014?
M.Joya: La mia opinione è che Al-Qaeda, i Talebani, i Mujaheddin, i signori della guerra e della droga siano il prodotto della guerra fredda della Casa Bianca. L’annuncio del ritiro delle truppe dall’Afghanistan è solo uno stratagemma politico dell’amministrazione Obama per ingannare il popolo americano allo scopo di vincere le prossime elezioni. Nessuna nazione può liberare un’altra nazione. Da una parte, gli USA parlano di ritirare le truppe, ma dall’altra sono molto impegnati a firmare nuovi accordi strategici e ad aumentare le basi militari nel nostro paese. Gli USA non ritireranno le truppe come promesso; hanno troppi interessi strategici e geo-politici in questa regione. Purtroppo, tutti i paesi confinanti con l’Afghanistan, inclusi Pakistan, Iran, Russa e Cina, sono nemici degli USA e vogliono a loro volta impossessarsi delle risorse naturali e minerarie del paese.
Tuttavia, il livello di coscienza politica della nostra gente è aumentato e gli Afghani non accetteranno più la dominazione di invasori stranieri o di forze criminali locali. Questo mi dà la speranza di un futuro migliore.
Domanda: Cosa pensa delle negoziazioni di pace in corso con i Talebani?
M.Joya: Tutti i leader talebani sono presenti in Afghanistan. Mullah Abdul Salam Zaeef, Mullah Wakil Ahmed Mutawakkil e Mullah Rahmatullah Hashmi si muovono liberamente per Kabul. Il popolo afghano vuole metterli in gabbia, ma il governo Karzai li sta adulando chiamandoli “fratelli” e “Talebani moderati”, deludendo e ingannando così la nostra gente.
Domanda: Qual è la sua opinione in merito alle elezioni presidenziali previste per il 2014?
Parlare di elezioni in uno dei paesi più corrotti, mafiosi e invasi da forze straniere qual è l’Afghanistan, è semplicemente ridicolo. Il parlamento afghano è solo il portavoce delle forze imperialiste. La popolazione afghana non ha nessun interesse in elezioni in cui si candidano elementi simili. Questo è il motivo per cui milioni di afghani non vanno a votare, motivazione avvalorata anche dalle organizzazioni indipendenti internazionali che hanno monitorato le elezioni. La gente è perfettamente cosciente che non c’è nessuna differenza fra Hamid Karzai e Abdullah Abdullah.
Domanda: Che precauzioni ha preso dopo essere stata minacciata di morte?
M.Joya: Dopo essere stata espulsa dal parlamento, la vita è diventata molto difficile per me in Afghanistan. Non ero più libera di muovermi e incontrare persone in vari luoghi del paese, così ho cercato di convogliare i miei sforzi ad un livello internazionale. Cambio spesso luogo e non posso avere un ufficio. Per spostarmi indosso sempre il burqua e viaggio con guardie del corpo private. Non partecipo ad incontri pubblici. Tuttavia, non mi sento ancora sicura. Le spese per le guardie del corpo vengono sostenute grazie ai contributi che ricevo dai miei supporter locali e internazionali e dai gruppi e dalle associazioni di sinistra e contro la guerra.